Guida completa al mining di Bitcoin nel 2025
Quali sono i paesi migliori per mining di Bitcoin?
Prima di intraprendere il viaggio nel mining di Bitcoin, è fondamentale comprendere che questa attività è diventata estremamente complessa e competitiva. L’estrazione di Bitcoin richiede una notevole potenza di calcolo, consuma significative quantità di energia e comporta investimenti sostanziali in hardware specializzato. Questa guida esplorerà i luoghi più convenienti per il mining in base ai costi energetici, analizzerà l’alternativa dei pannelli solari, esaminerà i costi delle attrezzature e delle piattaforme di mining, e calcolerà i tempi necessari per estrarre un singolo Bitcoin nell’attuale panorama tecnologico.
Paesi ottimali per il mining di Bitcoin in base ai costi energetici

Il costo dell’elettricità rappresenta il fattore più determinante nella redditività del mining di Bitcoin, con un impatto diretto sui margini di profitto. A livello globale, i primi tre paesi per attività di mining sono Stati Uniti, Cina e Kazakistan, che insieme ospitavano quasi i tre quarti della rete globale alla fine del 2021. Questi paesi hanno assunto la leadership dopo che la Cina, precedentemente dominante con il 75% della capacità globale, ha attuato severe restrizioninell’estate 2021, causando una migrazione dei minatori verso nazioni con elettricità economica e normative favorevoli.
L’analisi comparativa dei costi dell’elettricità rivela significative disparità tra nazioni. In molte regioni, i prezzi dell’elettricità oscillano tra 0,10 e 0,20 dollari per kWh, ma alcuni minatori riescono a garantirsi tariffe più vantaggiose, tra 0,06 e 0,09 dollari per kWh, spesso grazie all’impiego di fonti energetiche rinnovabili. L’Islanda, con un costo dell’elettricità di circa 0,15 €/kWh nel primo semestre del 2023 – la metà rispetto alla media di 0,30 €/kWh dell’area euro – rappresenta una destinazione particolarmente attraente per via della sua abbondanza di centrali geotermiche e idroelettriche, oltre al clima freddo che favorisce il raffreddamento naturale dei server. Tuttavia, recentemente il governo islandese ha iniziato a riconsiderare le priorità energetiche, privilegiando le esigenze dei cittadini rispetto alle operazioni di mining.
Il Bhutan è emerso come una destinazione interessante per il mining di Bitcoin, con bassi costi dell’elettricità e un clima favorevole. Il Regno dell’Himalaya orientale ha dimostrato come le nazioni in via di sviluppo possano sfruttare questa attività per migliorare le loro economie: l’azienda di investimento governativa Druk Holding and Investments detiene circa 780 milioni di dollari in criptovalute, rappresentando oltre il 26,9% del PIL nazionale del 2023.
All’opposto dello spettro, l’Italia si posiziona come uno dei paesi meno favorevolial mining di Bitcoin, con costi energetici proibitivi. Uno studio citato indica che negli Stati Uniti minare un Bitcoin ha un costo di circa 42.000 euro, mentre in Italia i costi sono significativamente più elevati, rendendo l’attività economicamente insostenibile.
Energia solare: un’alternativa sostenibile per il mining

L’utilizzo dell’energia solare per il mining di criptovalute rappresenta una strategia sempre più popolare per ridurre i costi operativi e l’impatto ambientale. I pannelli solari offrono una fonte di energia rinnovabile che può essere utilizzata in modo efficace per alimentare le operazioni di mining, trasformando una problematica ambientale in un’opportunità economica.
Per implementare un sistema di mining basato sull’energia solare, è necessario disporre di tre componenti fondamentali: un sistema di batterie solaridimensionato in base al consumo energetico delle apparecchiature, un impianto di mining, e un sistema di stoccaggio dell’energia per garantire la continuità operativa durante le ore notturno. I pannelli solari consentono di coprire il fabbisogno energetico durante il giorno, mentre di notte il mining può proseguire grazie all’energia accumulata nelle batterie o, in alternativa, connettendosi alla rete elettrica tradizionali.
La redditività del mining con energia solare dipende da diversi fattori, tra cui le dimensioni del sistema di pannelli, la quantità di energia necessaria per il processo di mining e il costo dell’elettricità nella regione. In generale, sebbene l’investimento iniziale in un sistema di pannelli solari possa risultare significativo, questo si ripaga nel lungo termine attraverso il risparmio sulla bolletta elettrica e l’indipendenza dalla rete tradizionale. In Australia, ad esempio, è stata recentemente inaugurata una mining farm alimentata interamente ad energia solare, dimostrando la fattibilità tecnica ed economica di questa soluzione.
In Spagna, l’aumento dei costi energetici ha spinto molti minatori a cercare alternative più economiche e sostenibili. L’energia solare si è rivelata particolarmente vantaggiosa, soprattutto per quei clienti che dispongono già di pannelli solari e possono utilizzare il surplus energetico per il mining anziché rivenderlo a basso prezzo ai distributori di energia elettrica. Quest’approccio non solo riduce l’impronta di carbonio dell’attività di mining, ma trasforma anche l’eccesso di energia rinnovabile in valore economico concreto.
Costi e selezione delle attrezzature per il mining

L’hardware rappresenta un investimento cruciale nel mining di Bitcoin, con opzioni che variano significativamente in termini di efficienza e costi. Esistono tre principali categorie di hardware utilizzabili per il mining: CPU (Unità di Elaborazione Centrale), GPU (Unità di Elaborazione Grafica) e ASIC (Circuito Integrato Specifico per l’Applicazione).
Le CPU rappresentano il metodo di mining meno efficiente, paragonabile a una ricerca manuale riga per riga: completano il lavoro, ma con lentezza e inefficienza. Le GPU offrono prestazioni superiori grazie alla capacità di gestire calcoli complessi in parallelo, eseguendo ricerche su più file contemporaneamente. Gli ASIC, infine, costituiscono l’hardware più avanzato e specializzato, progettato specificamente per il mining di Bitcoin e in grado di offrire prestazioni significativamente più veloci ed efficienti rispetto a CPU e GPU.
Nel contesto attuale, gli ASIC rappresentano l’unica opzione economicamente sostenibile per il mining di Bitcoin. Il costo di un ASIC miner varia considerevolmente in base al modello e alle specifiche tecniche, ma generalmente richiede un investimento significativo. L’efficienza energetica dell’hardware è un parametro fondamentale da considerare, poiché influisce direttamente sui costi operativi a lungo termine e sulla redditività complessiva dell’attività di mining.
I dati più recenti indicano che il costo medio in contanti per produrre un Bitcoin nel terzo trimestre del 2024 era salito a 55.950 dollari, con un aumento del 13% rispetto ai 49.500 dollari del secondo trimestre. Considerando anche le spese non monetarie, come l’ammortamento delle attrezzature e la compensazione delle azioni, il costo totale per estrarre un Bitcoin sale a ben 106.000 dollari. Questo incremento dei costi è attribuibile a vari fattori, tra cui il boom dell’AI computing che ha reindirizzato potenziali investimenti minerari verso l’infrastruttura dei data center.
Piattaforme e strategie di mining
Data l’estrema competitività del mining di Bitcoin, i minatori individuali difficilmente riescono a competere efficacemente contro l’intero network globale. Il protocollo proof-of-work di Bitcoin rende il mining una competizione naturale in cui le probabilità che un singolo minatore raggiunga l’obiettivo di hash di un blocco sono praticamente nulle, indipendentemente dalla potenza del proprio impianto o dalla scelta del software di minin3.
Per questo motivo, la maggior parte dei minatori decide di unirsi a pool di mining, che rappresentano gruppi organizzati di minatori che combinano la loro potenza di calcolo per aumentare le probabilità di convalidare un blocco. Quando un pool ha successo, la ricompensa viene distribuita tra i partecipanti in base al contributo fornito. Esistono diversi tipi di pool minerari, tra cui i “Pay-Per-Last-N-Groups”, che distribuiscono le ricompense in base al tempo trascorso nel “turno”, e i “Pay-By-Stake”, che forniscono un reddito fisso in cambio di un contributo quotidiano di hashrate.
La scelta della piattaforma di mining dovrebbe basarsi su fattori come la commissione del pool, la frequenza dei pagamenti, la facilità d’uso dell’interfaccia, la stabilità del servizio e il supporto clienti. Alcuni dei pool di mining più popolari includono Foundry USA, AntPool, F2Pool e Binance Pool, ma la scelta ottimale dipenderà dalle specifiche esigenze del minatore e dalla sua localizzazione geografica.
Con l’aumento della difficoltà di mining e la riduzione delle ricompense per blocco, è fondamentale adottare strategie che massimizzino l’efficienza operativa. Molti minatori stanno aggiornando le loro attrezzature per migliorarne l’efficienza energetica, implementando sistemi di raffreddamento avanzati e ottimizzando i processi per ridurre i costi operativi. La diversificazione delle fonti energetiche, incluso l’uso di energia rinnovabile, rappresenta un’altra strategia chiave per mantenere la competitività nel lungo termine.
Tempo necessario per minare un Bitcoin e redditività attuale

Il calcolo del tempo necessario per minare un singolo Bitcoin è complesso e dipende da numerosi fattori, tra cui la difficoltà di mining della rete, la potenza di calcolo (hashrate) a disposizione del minatore e l’eventuale partecipazione a un pool di mining. Nella rete Bitcoin, un nuovo blocco viene generato in media ogni 10 minuti, rilasciando attualmente una ricompensa di 3,125 BTC (dopo l’halving di aprile 20243.
Considerando che ogni blocco distribuisce 3,125 BTC, teoricamente occorrerebbero 10 minuti per estrarre questa quantità . Tuttavia, questo scenario presuppone che un singolo minatore possieda l’intera potenza di calcolo della rete, una situazione irrealistica nel contesto attuale. In realtà , la ricompensa viene suddivisa tra tutti i partecipanti al mining in proporzione alla potenza di calcolo contribuita.
Per un minatore individuale o anche per una piccola operazione di mining, il tempo necessario per minare un intero Bitcoin può estendersi notevolmente. Con l’attuale difficoltà di mining e la distribuzione dell’hashrate globale, un minatore di piccole dimensioni potrebbe impiegare anniper accumulare un intero Bitcoin attraverso ricompense di mining frazionate. Secondo alcune stime, per minare un singolo Bitcoin sono necessari in media 266.000 kWh di elettricitÃ, un processo che richiederebbe circa 7 anni per essere completato con un consumo mensile di elettricità di circa 143 kWh.
La redditività del mining di Bitcoin è ulteriormente complicata dall’halving periodico delle ricompense per blocco, un evento programmato che si verifica approssimativamente ogni quattro anni. L’ultimo halving, avvenuto nell’aprile 2024, ha ridotto la ricompensa per blocco da 6,25 a 3,125 BTC15. Questa riduzione ha un impatto significativo sulla redditività del mining, richiedendo un sostanziale aumento del prezzo di Bitcoin per mantenere gli stessi livelli di profittabilità .
Conclusione
Il mining di Bitcoin è un’attività complessa che richiede un’attenta valutazione di molteplici fattori prima di intraprendere qualsiasi investimento. La scelta del paese in cui operare, basata principalmente sui costi energetici, rappresenta una decisione strategica fondamentale. Nazioni come l’Islanda, il Bhutan e alcune regioni degli Stati Uniti offrono condizioni più favorevoli rispetto a paesi europei come l’Italia, dove gli elevati costi dell’elettricità rendono il mining economicamente insostenibile.
L’adozione dell’energia solare emerge come una soluzione promettente per ridurre i costi operativi e l’impatto ambientale del mining. Sebbene l’investimento iniziale possa essere significativo, i benefici a lungo termine in termini di riduzione dei costi energetici e indipendenza dalla rete tradizionale giustificano questa scelta, specialmente in regioni con abbondante irradiazione solare come Spagna e Australia.
La selezione dell’hardware appropriato, preferibilmente ASIC miner di ultima generazione, e la partecipazione a pool di mining rappresentano strategie essenziali per massimizzare le probabilità di successo. Tuttavia, è importante riconoscere che, con l’attuale livello di competitività e complessità , il mining di Bitcoin richiede un approccio professionale e un investimento significativo per risultare redditizio. I tempi necessari per minare un intero Bitcoin si misurano in anni piuttosto che in mesi, rendendo questa attività più adatta a operatori di larga scala o investitori con una visione a lungo termine sul valore futuro della criptovaluta.
In definitiva, il mining di Bitcoin richiede una valutazione realistica dei costi, dei rischi e delle potenziali ricompense. Solo attraverso una pianificazione strategica, l’adozione di tecnologie efficienti e una costante ottimizzazione dei processi operativi è possibile navigare con successo in questo settore altamente competitivo e in rapida evoluzione.
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